Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/334

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47.Quella danza tra’ fior, questa incorona
di rose il crine al favorito amico.
Questi canta d’Amor, quegli ragiona
con la sua Donna in un boschetto aprico.
Alcun ve n’ha, che scritto in Hehcona
legge amoroso alcun Romanzo antico,
e i versi espone in guisa tal, che quasi
sotto gli essempi altrui narra i suoi casi

48.Altri nel Cavriuol rapido e snello
al veloce Levrier la lassa allenta.
Altri da’ geti sciolto e dal cappello
contro la Garza il Girifalco aventa.
Altri piú lieve e piú minuto augello
con piú sottile insidia ingannar tenta,
tendendo, acciò che preso e’ vi rimagna,
pania tenace, o dilicata aragna.

49.Xé vi manca però fra que’ diletti
chi nel margo palustre, ove si giace,
col cane assaglia, o con lo strai saetti
Anitra opima, o Foliga loquace;
né chi con nasse e vangaiuole alletti
la Trutta pigra e ’l Carp’ion fugace,
né chi tragga da Tacque a cento a cento
Orate d’oro, e Cefali d’argento.

50.Mentre sotto quel ciel, che Soli o piogge
non teme, arda quantunque, o geli Tanno,
tra tali e tante feste in tante fogge
le brigate piacevoli si stanno;
Adone e Citherea per l’ampie logge
lastricate di gemme, intorno vanno
mirando pur di que’ dipinti chiostri
l’artificio smarrito a’ giorni nostri.