Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/388

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39.Mirabil arte in ogni sua bell’opra
(ciò negar non si può) mostra Natura;
ma qual Pittor che ’ngegno e studio scopra
vie piú che ’il grande, in picciola figura,
ne le cose talor minime adopra
diligenza maggiore, e maggior cura.
Quest’eccesso però sovra l’usanza
d’ogni altro suo miracolo s’avanza.

40.Di quel canto nel ver miracoloso
una istoria narrar bella ti voglio,
caso in un memorando, e lagrimoso,
da far languir di tenerezza un scoglio.
Sfogava con le corde in suon pietoso
un solitario amante il suo cordoglio.
Tacean le selve, e dal notturno velo
era occupato in ogni parte il cielo.

41.Mentr’addolcia d’Amor l’amaro tosco
col suon, che ’l Sonno istesso intento tenne,
l’innamorato giovane ch’ai bosco,
per involarsi a la cittá, sen venne,
sentí dal nido suo frondoso e fosco
questo querulo augel batter le penne,
e gemendo accostarsi, ed invaghito
mormorar tra se stesso il suono udito.

42.L’infelice augellin, che sovra un faggio
crasi desto a richiamare il giorno,
e dolcissimamente in suo linguaggio
supplicava l’Aurora a far ritorno,
interromper del bosco ermo e selvaggio
1 secreti silenzii udí dintorno,
e ferir l’aure d’angosciosi accenti
del trafitto d’Amor gli alti lamenti.