Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/398

Da Wikisource.


79.Lumiera bella, che con luce lieta
de le tenebre umane il fosco allumi,
da cui nasce gentil fiamma secreta,
fiamma, onde i cori accendi e non consumi:
d’ogni mortai benefattor Pianeta,
gloria immortai de’ piú benigni Numi,
ch’altro non vuoi ch’a prò di chi l’ottiene
godere il bello, e possedere il bene.

80.Commessura d’Amor, Virtú ch’innesti
con saldi groppi di concordi amplessi
e le cose terrene, e le celesti,
e supponi al tuo fren gli Abissi istessi:
per cui con fertil copula contesti
vicendevol desio stringe duo sessi,
sí che, mentre l’un dona, e l’altro prende,
il cambio del piacer si toglie e rende. —

81.Con quest’inno devoto e questo canto
venne la turba a venerar la Dea
ballando sempre: e fatto pausa alquanto
al concerto dolcissimo, tacea.
Con Mercurio ed Amore Adone intanto
e con Venere altrove il piè movea,
quand’ecco a sé con non minor diletto
novello il trasse e disusato oggetto.

82.Un fiore, un fiore apre la buccia, e figlia,
ed è suo parto un biondo crin disciolto,
e dopo ’l crin con due serene ciglia
ecco una fronte, e con la fronte un volto.
Al principio però non ben somiglia
il mezo e ’l fin, ma differente è molto.
Vedesi a la beltá, che quindi spunta,
forma di stranio augello esser congiunta.