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LA FONTANA D’APOLLO

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31.Il coro poi, ch’è d’adornarmi avezzo,
ile le mie vaghe e leggiadrette ancelle
per fabricar pendente o compor vezzo
sceglie tra lor le piú polite e belle.
l£d io piú ch’altra, una tal pompa apprezzo,
perché la stirpe lor vien da le stelle,
e del cielo e del mare hanno il colore,
lá dove nacque, e dove regna Amore.

32.Si per lo generoso alto concetto,
la cui primiera origine è celeste,
si per la gran virtú del bell’oggetto,
possente a confortar l’animc meste,
sí perché lo splendor reca diletto,
sogliomi compiacer forte di queste.
Queste diero la cuna al nascer mio,
queste per barca e carro ancor vols’io.

33 - Quando l’Aurora il suo purpureo velo
lava con l’onda ch’i fioretti a viva,
di mattutino umor piove dal cielo
picciola stilla in temperata riva,
e condensata in rugiadoso gelo
l’accoglie in cavo sen conca lasciva,
del cui seme gentil vien poi produtto
pari a la madre sua candido frutto.

34.Quel soave licor, ch’avida beve,
è seme, onde tal prole al mondo nasce,
ed è latte in un punto, onde riceve
virtú, che ’l parto suo nutrica e pasce.
La propria spoglia dilicata e lieve
l’avolge quasi in argentate fasce,
e con la puritá de’ suoi splendori
vince de l’Alba i luminosi albori.