Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/495

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35.Pregiasi molto in lor Tesser sincere,
e d’un candor di nulla macchia offeso,
né la grossezza men, pur che leggiere
non abbian pari a la misura il peso.
Quella forma è miglior, che con le sfere
piú si conforma, ond’ogni lume han preso;
e quelle son tra lor le piú lodate
che soglion per natura esser forate.

36.Ma però ch’ogni bella e ricca cosa
con gran difficoltá sempre s’acquista,
questa sí cara preda e preziosa
con la fatica e col periglio è mista.
Stassene parte entro l’albergo ascosa
la perla, e parte esposta a l’altrui vista.
Su Torlo del covil che la ricetta
a la rapina il Pescatore alletta.

37.L’ingordo Pescator, ch’aperte scorge
le fauci allor de la cerulea bocca,
stende la destra (ahi temerario) e sporge
troppo a sí nobil furto incauta e sciocca:
però che come prima ella s’accorge
che man rapace il suo tesor le tocca,
comprimendo gelosa il proprio guscio
de la casa d’argento appanna l’uscio.

38.Con tanta forza Taffilato dente
stringe in un punto la mordace conca,
che tanaglia o coltel forte e tagliente
men gagliardo e men ratto afferra o tronca.
Restan l’audaci dita immantenente
recise del meschin ne la spelonca,
ben giusta pena a lo sfrenato ardire
del troppo avaro e cupido desire.