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LA FONTANA D’APOLLO

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55.Del foco tuo con mormorio sonoro
fará ’l mar, dov’io nacqui, eterna fede;
e come Apollo ti donò l’alloro,
cosí l’alga Nettuno or ti concede.
Lodanti i muti pesci, e tu di loro
fai dilettose e volontarie prede;
anzi con soavissime rapine
prendi l’anime umane, e le divine.

56.Fortunato Cantor, la nobil arte
quanto piú gradirei del tuo concento,
se i diletti e i dolor spiegassi in carte
che per costui, non piú sentiti, io sento;
per costui, ch’è di me la miglior parte,
amaro mio piacer, dolce tormento,
mezo de l’alma mia, vita mia vera,
anzi di questa vita anima intera.

57 -

Deh (te ne prego) cosí ’l Ciel secondo
sempre e benigno a’ tuoi desir si mostri,

la bella istoria degl’incendii nostri.

So, che se quest’ardor lieto e giocondo
sará materia a’ tuoi vitali inchiostri,
passerá l’onda oscura, e chiara ha
non senza gloria tua, la fiamma mia.

58.Farò (se ciò farai) per te colei
languir, per cui languisci, amante amata;
e quando il nodo, onde legato sei,
verrá poscia a troncar Parca spietata,
nel felice drappel de’ Cigni miei
ti porrò, candid’ombra, alma beata,
dove l’Eternitá, che sempre vive,
nel libro suo l’altrui memorie scrive. —