Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/545

Da Wikisource.


19.Bastiti di saver, che peregrina
impressione in sé mai non riceve
la perfetta natura adamantina
di quel corpo lassú lubrico e lieve.
Paragonarsi (ancor che pura e fina)
qualitá d’elemento a lei non deve.
Un fiore scelto, una sostanza quinta,
da cui di pregio ogni materia è vinta.

20.La sua figura è circolare e tonda,
periferia continua e senza punto.
Termin non ha, ma spazio egual circonda,
il principio col fin sempre ha congiunto.
Linea ch’a pien d’ogni eccellenza abonda,
a la divinitá simile a punto,
e la divina eternitate imita,
perpetua, indissolubile, infinita.

21.Or a questa del Ciel materia eterna
l’anima che l’informa è sempre unita.
Questa è quella virtú santa e superna,
spirto che le dá moto e le dá vita.
Senza lei, che la volge e la governa,
fora sua nobiltá troppo avilita.
Miglior foran del Ciel le pietre istesse,
se la forma motrice ei non avesse.

22.Questa con lena ognor possente e franca
de la machina sua reggendo il pondo,
le rote mai di moderar non manca
di quel grand’Oriuol che gira a tondo.
Per questa in guisa tal che non si stanca,
l’Organo immenso ond’ha misura il mondo
con sonora vertigine si volve,
né si discorda mai, né si dissolve. —