Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/560

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79.Chiese a la guida Adon, di che natura
tusse bestia sí strana, e di che sorte,
ed intese da lui ch’era figura
vera ed Idea de la moderna Corte.
Portento orrendo de l’etá futura,
tlagcl del mondo, assai peggior che morte,
de l’Erinni infernali aborto espresso,
vomito de l’Inferno, Inferno istesso.

80.— áia di questa — dicea — meglio è tacerne,
poi ch’ogni pronto stil vi fora zoppo.
Ben mille lingue e mille penne eterne
in mia vece di lei parleran troppo.
Mira in quel tribunal, dove si scerne
di gente intorno adulatrice un groppo,
Donna con torve luci e lunghe orecchie,
che da’ fianchi si tien due brutte Vecchie.

81.L’Autoritá tirannica dipigne
quella superba e barbara sembianza,
e l’assistenti sue sciocche e maligne
son la Sospezzione e l’Ignoranza.
Cabra ha verdi e spumanti, e man sanguigne,
mostra rigor, furor, fasto, arroganza.
Porge la destra ad una Donna ignuda,
di cui non è la piú perversa e cruda.

82.Questa tutta di sdegno accesa e tinta,
e di dispetto e di fastidio è piena;
e da turba crudel tirata e spinta
Giovinetta gentil dietro si mena,
che Luna e l’altra mano al tergo avinta
porta di dura e rigida catena,
smarrita il viso, e pallidetta alquanto,
ed ha bianca la gonna e bianco il manto.