Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/573

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131.Azzíon, passione, atto e potenza,
qualitá, quantitá mostra in ogni ente,
genere e specie, proprio e differenza,
relazi’on, sostanza ed accidente,
con qual legge Natura e previdenza
cria le cose e corrompe alternamente,
la materia, la forma, il tempo, il moto
dichiara, e ’l sito, e l’infinito, e ’l vóto.

132.Tien due Donne da’ fianchi. Una che siede
sovra quel sasso ben quadrato e sodo,
è la Dottrina, ch’a chiunque il chiede
d’ogni difficoltá discioglie il nodo.
L’altra, che con la libra in man si vede
pesar le cose, ed ha il martello e ’l chiodo,
è la Ragion, che con accorto ingegno
a nessun crede, e vuol da tutti il pegno.

133.Ma quell’altra colá, c’ha sí leggiere
le penne, è Dea del mondo, anzi Tiranna.
Di fallace cristallo ha due visiere,
che l’occhio illude, e ’l buon giudicio appanna,
e la fa guatar torto e travedere,
sí ch’altrui spesso e se medesma inganna.
D’un tal cangiacolor la spoglia ha mista,
che l’apparenze ognor muta a la vista.

134.Sé di tanti color’ gemmanti e belle
suol l’augel di Giunon rotar le piume,
né di tanti arricchir l’ali novelle
quel del Sole in Arabia ha per costume,
né di tanti fiorir veggionsi quelle
de l’alato figliuol del tuo bel Nume,
di quante ell’ha le sue varie e diverse
verdi, bianche, vermiglie, e rance, e perse.