Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/601

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243.Quasi Pastor, che le lanose gregge
con la provida verga a pasco adduca,
con leggiadre ordinanze altrui dá legge
il coraggioso, il bellicoso Duca.
Per mostrar quivi a chi raffrena e regge
come di ferro e di valor riluca,
spiega ogni stuol vessilli e gonfaloni,
gonfia stendardi, e sventola pennoni.

244 Quanto d’Insubria il bel confin circonda
fin sotto le Ligustiche pendici,
quanto di Sesia e Bormia irriga l’onda
vóto riman di turbe abitatrici.

Quei che ne la vallea cupa e profonda
soggiornan del Monviso a le radici
vengonvi, e di Provenza e di Narbona
quei che bevon Durenza, Isara, e Sona.

243.Né pur d’Augusta solo e di Lucerna
le valli ínculte e le montagne algenti,
e dagli aspri cantoni Agauno e Berna
mandanvi copia di robuste genti;
ma giú da PAlpi, ove mai sempre verna,
v’inondan quasi rapidi torrenti
per le vie di Bernardo e di Gebenna
quei che lasciano ancor Ligeri e Senna.

246.Un, che con armi d’or va seco al paro,
è l’Aldighiera, il Marescial temuto,
che sotto giogo di pesante acciaro
doma il corpo rugoso e ’l crin canuto.
Ecco di Damian l’eccidio amaro,
da’ duo franchi Guerrier preso e battuto,
ed ecco d’Alba la seconda scossa.
Chi fia, ch’impeto tanto affrenar possa?