Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/661

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179.Era Saturno in su quel segno anch’esso,
e nel medesmo albergo avea ricetto,
ed a l’umida Dea giunto da presso,
la riguardava di quartile aspetto;
e vibrando il suo raggio a un tempo istesso
d’impresslon contagiosa infetto,
opposto al chiaro Dio che ’l di conduce,
il percotea con la maligna luce.

180.Intanto Marte era nel Toro entrato,
casa dov’abitar suol Citherea,
e giá dopo il ventesimo passato
tutto sdegnoso il quarto grado avea;
e mandava al Leone il suo quadrato,
che quasi in grado eguale il ricevea.
Or questo influsso (come vuol Fortuna)
sen vien per dritto ad incontrar la Luna.

181.Contro la Luna il fier quadrato giunge,
la qual dinotatrice è de la morte,
e per direzzíon le si congiunge,
minacciandoti pur l’istessa sorte,
perché, com’anaretico, l’aggiunge
virtú nel mal piú vigorosa e forte;
e l’un e l’altro in loco tal s’annida,
che ne divien nocente ed omicida.

182.Eccoti insomma che ’l piú basso lume
a due stelle perverse applica a prova,
il malvagio Vecchione, e ’l crudo Nume,
a cui guerra sol piace e sangue giova.
Havvi due Fere poi, c’han per costume
di divorar chi sotto lor si trova.
Ed havvi il Sol, cui sguardo iniquo offende,
e da l’altrui rigor rigore apprende.