Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/92

Da Wikisource.
90 la fortuna


135.Formidabil mastin dal destro lato
in un groppo giacer presso gli scorse,
che con rabbioso ed orrido latrato
quando il vide apparir, contro gli corse.
Ma posto il plettro in su l’erboso prato
il cortese Villan sùbito sorse,
e l'indomito can, perché ristesse,
fugò col grido, e col baston corresse.

136.Ubbidisce il superbo, a piè gli piega
l’irsuta testa, e l’irta coda abbassa.
Quegli a la gola intorno allor gli lega
con tenace cordon serica lassa.
Poscia il real Donzello invita e prega
ch’oltre vada securo, ed egli passa.
Passa colà, dove raccoglie umile
famiglia pastoral rustico ovile.

137.Stassene alcun su le fiorite rive
d’una sorgente cristallina e fresca.
Altri per l’elci folte a l’ombre estive
i vaghi augelli insidioso invesca.
Altri ne’ verdi faggi intaglia e scrive
d’Amor tutto soletto il foco e l’ésca.
Altri rintraccia di sua Ninfa l’orme,
altri salta, altri siede, ed altri dorme.

138.Quei con versi d’Amor l’aure addolcisce
al sussurrar de’ lubrici cristalli.
Questi al Tauro, al Monton, che gli ubbidisce,
insegna al suon de la siringa i balli.
Qual fiscelle d’ibisco, e qual ordisce
serti di fiori o purpurini o gialli.
Chi torce a l’agne le feconde poppe,
chi di latte empie i giunchi, e chi le coppe.