Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/19

Da Wikisource.


35.Di gran lastre di ferro ha tutti onusti
la fiera casa e pavimento e tetto.
L’alte colonne e gli archi suoi robusti
tutti di ferro son sodo e perfetto.
Ferro son de’ balconi i baiausti,
ogni loggia, ogni palco è ferro schietto,
e mostran pur di ferro usci e pareti
sculte l’imprese del gran Re de’ Geti.

36.Stanno nel colmo de la vòlta appese,
e ’n guisa di trofei sotto le travi,
vote spoglie di genti uccise e prese,
tavole rotte d’espugnate navi,
adusti merli di cittati accese,
porte abbattute e gran catene e chiavi,
tende, stendardi, e mille insegne e mille
d’osti disfatte, e di distrutte ville.

37.Havvi ancor vari arnesi e vari ordigni,
timpani audaci e bellicose trombe,
mazze, pali, troncon, stocchi sanguigni,
balestre, archi, zagaglie, e dardi e trombe,
corde, rote, roncigli, azze e macigni,
e granate volanti e palle e bombe,
scale, gatti, arieti, e quanto in terra
guerriero adopra, o può servire a guerra.

38.Non era l’empia Dea giunta a la Corte,
quando udí di Iontan batter la cassa.
L’aria s’offusca, e cresce assai piú forte
il temporal che gli arbori fracassa.
Ed ecco aprir le strepitose porte,
ecco lo Dio, che fulminando passa.
Tremando il monte e ’l pian, l’onda e la riva
dan segno altrui che ’l gran Campione arriva.