Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/209

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203.Prese da indi in poi sempre che l’anno
ri nova il dí de la memoria mesta,
in testimonio d’un sí grave danno,
quasi insegna terribile e funesta,
a dispiegar pubicamente un panno,
ch’è del Re morto la sanguigna vesta,
per irritar ancor la Giovinetta
con quel drappo vermiglio a la vendetta.

204.Deve il gran Tempio forse esserti noto
a la Vendetta edificato e sacro,
dove suol venerar con cor devoto
de la Dea sanguinosa il simulacro.
Su i negri altari ha quel dí stesso in voto
sparger di sangue uman largo lavacro;
e i vassalli miei cari, i servi miei
son l’ostie che sacrifica costei.

203.Cosí fin da quel dí giurato avea,
che del Re sposo suo la morte intese.
Cosí promise a l’implacabil Dea
per l’oltraggio emendar di chi l’offese.
Né questa legge rigorosa e rea
fia giá mai cancellata in quel paese,
fin che di farlo alfin le sia concesso
col sangue ancor de l’omicida istesso.

206.L’altera Donna, acciò ch’ognun si mova
tratto da l’ésca de’ soavi inviti,
la figlia ch’è si bella, e che si trova
su la verdura ancor de’ dí fioriti,
ben che cento di lei bramino a prova
potentissimi Regi esser mariti,
promise in guiderdon solo a chi questa
mi troncherá dal busto odiata testa.