Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/23

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51.Sculto v’è di Liguria anco un Marchese,
cui l’Ambrosia e la Spina il nome diero;
e ’n ferir forte, in addolcir cortese,
ben l’opre al nome suo conforma invero.
Emulo a l’alte ed onorate imprese,
di Belgia a fronte ha un inclito Guerriero.
«Maurizio * il breve dice, «illustre in guerra,
Hercol del Rheno, e Marte de la terra».

52.V’era dopo costoro un Giovinetto
piú d’ogni altro feroce e ’n vista umano,
ma sbozzato dal mastro, ed imperfetto,
che data non gli avea l’ultima mano.
Parea davante a quel reale aspetto
tremar il mondo e rimbombar lontano;
e mille avea dintorno ombre e disegni
d’osti sconfitte, e d’acquistati regni.

53.A piè gli stava il vigilante augello,
c’ha purpureo cimier, dorati sproni,
e parea publicando un Sol novello
i Draghi spaventar, non che i Leoni.
V’avea poscia il fatidico scarpello
accennate da lunge altre azzioni,
non ben distinte ancor, né terminate,
secondo che crescendo iva l’etate.

54.Vedeasi ancor, che lo scultor volea
il nome di costui far manifesto,
ma perch’acerbi in lui gli anni scorgea,
il principio n’espresse, e tacque il resto.
Lodo sol senza piú scritto v’avea,
e stimò che bastar dovesse questo,
che quando a dir di lui lingua si snodi
nominar non si può, che non si lodi.

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