Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/24

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55.Innanzi al carro e d’ognintorno vanno
turbe perverse e di sembiante estrano.
L’altero Orgoglio, il traditore Inganno,
rOmicidio crudel, lo Sdegno insano,
l’Insidia, che ’l coltello ha sotto il panno,
e la Discordia con due spade in mano,
il Furor cieco, il Rischio desperato,
il Timor vile, e l’Impeto sfrenato.

56.La Stizza v’ha, che di dispetto arrabbia,
l’Ira vi sta, che batte dente a dente,
la Vendetta si morde ambe le labbia
ed ha verde la guancia e l’occhio ardente,
la Crudeltá d’imporporar la sabbia
gode del sangue de l’uccisa gente,
e fra strazii, e dolori, e pianti, e strida
rota la falce sua Morte omicida.

57.Tremò la Furia a quella vista e n’ebbe,
pentita del suo ardir, tema ed orrore,
e tant’oltre venuta esser le ’ncrebbe,
ché per natura ha paventoso il core,
e ’ndietro ritornar quasi vorrebbe:
ché ’nsomma altro non è, se non timore.
Pur ripreso coraggio, audace e pronta
tra’ suoi trionfi il forte Duce affronta.

58.Quella Larva in mirando orrida e pazza
del carro ogni destrier s’arretra e sbuffa:
e ’l crin, che quinci e quindi erra e svolazza,
s’erge lor sovra il collo e si rabbuffa.
Ma ne l’entrar de la tremenda piazza
il vincitor d’ogni dubbiosa zuffa
gli affiena, e volge in lei qual face o dardo
pien di bravura e spaventoso il guardo.