Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/250

Da Wikisource.


367.Stupisce in un, sospira, e freme, e langue,
ch’ancor non sa di ciò l’istoria vera.
Negar non può pertanto al proprio sangue
la devuta pietá, ben che severa.
Intanto al gran romor la bella essangue,
la Vergin per amor fatta Guerrera,
giá si riscote, e cangia in rose i gigli
rendendo al volto i suoi color vermigli.

368.Quando Dorisbe il desiato amante,
che credea prigionier, presso si scorge,
e ch’egli è quei, che qual nemico innante
sfidò con l’armi, attonita risorge.
La madre, ancor che mostri altro sembiante,
ben magnanimo l’atto esser s’accorge.
Intender nondimen vuol di lor bocca
come fuggiti sien fuor de la rocca.

369.Narra Dorisbe pria, che quando accorta
si fu Grifa del tutto esser partita,
l’abbandonata e malguardata porta
tosto da sé l’agevolò l’uscita,
e d’un servo fedel sotto la scorta,
che le prestò secretamente aita,
avea per esseguir l’alto pensiero
accattate quell’armi, e quel destriero.

370.Soggiunge indi Sidonio: — Amor mi porse
(Amor figlio d’un fabro) arte ed ingegno,
ond’apersi i serrami; ei mi soccorse
ne l’operazi’on del bel disegno.
Non crediate però, ch’io brami forse
di fuggir morte, anzi a morir ne vegno;
ma pria ch’io mora almen, la ragion mia
(poi di me si disponga) udita sia.