Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/265

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3.Dopo molto girar mobil compasso
chiude al punto le linee, e le congiunge.
Da lungo corso affaticato e lasso
il destriero anelando al pallio giunge.
Arriva al fonte con veloce passo
Cerva, cui strai acuto il fianco punge.
E vien tra noi da l’Africano lido
Rondine vaga a ricomporre il nido.

4.Dal duro essilio suo contenta e lieta
torna a l’orbe natio la fiamma lieve.
Torna da’ giri suoi l’onda inquieta
nel gran ventre del mar, che la riceve.
Ritorna al centro, ove ’l suo moto ha meta,
a gran fretta correndo il sasso greve.
Ed a la patria, ove ’l suo cor soggiorna,
d’errar giá stanco, il peregrin ritorna.

5.Alcun non sia però, ch’unqua si vanti
d’aver tanta a sentir gioia nel core
che passi quella de’ fedeli amanti
quando talor gli ricongiunge Amore;
e nebbie e piogge di sospiri e pianti
sgombrando col seren del suo splendore,
di lontana beltá guida e conduce
anima cieca a riveder la luce.

6.Con quell’affetto, e ’n quella stessa guisa
che dietro al maggior cerchio il Ciel si gira,
o che di serpe suol parte recisa
unirsi al capo che la move e tira,
con quel desio sen corre alma divisa
al dolce oggetto ond’ella vive e spira,
che calamita a polo ha per costume,
augello ad ésca, o farfalletta a lume.