Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/276

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47.— Lavar la mano — ella gli dice — è stile,
perch’ogni impression meglio si veggia.
A me però la tua par sí gentile,
che non fia che di bagno uopo aver deggia.
Di cinque perle un ordine sottile
vi scorgo, il cui candor dolce rosseggia;
proporzion, ch’altrui mostra palese
nobile spirto, ed animo cortese.

48.Quelle tre righe poi, che verso il sito
dove l’indice siede, a dritto stanno,
e del piú grosso tuo maestro dito
ne le radici a terminar si vanno,
tal qual a punto sei, vago e polito
e dilicato e morbido ti fanno,
ai diletti inclinato, ed agli amori,
legator d’alme, e feritor di cori.

49.A quanto de l’Astrologo dicesti
rispondo che non mal del tutto avisa,
ché certo è di caratteri funesti
la tua linea vital molto intercisa,
da grossi solchi e ben profondi (e questi
scendon dal primo articolo) divisa,
breve, debile, torta, e disunita:
indizii ch’accorciar devrian la vita.

50.Oltre ch’a la mensal s’unisce e lega
quella di vita, e quella di natura,
e colá dove il pollice si piega
tra l’una e l’altra sua doppia giuntura,
stranio contesto l’intervallo sega,
che molti semicircoli figura,
e ’l monte de lo Dio bravo e feroce
è cancellato da piú d’una croce: