Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/303

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155.Di Giove in questo mezo il messaggiero
e l’alato fanciullo in fra lor dui
l’un contro l’altro insieme accordo féro
d’attraversar ne la partita altrui.
Per lei parteggia il faretrato Arciero,
il celeste Orator la tien per lui,
e giá vengono entrambo astuti ingegni
ad ingaggiar de la scommessa i pegni.

156.Vuol Mercurio, se vince, un’aurea rete
di filato diamante i nodi intesta,
ch’a far secure ognor prede secrete
spera ch’assai giovar gli deggia questa.
Se vince Amor, vuol il baston che ’n Lethe
può repente attutfar la gente desta,
per poter poi ne le notturne frodi
addormentare i vigili custodi.

157.Movesi il vago Adon con cauto aviso
provido a l’armi, e non le tratta in fallo.
Mentre al suo Re nel maggior trono assiso
vien per dar caccia il candido Cavallo,
un con l’arco l’uccide, e questi ucciso
cade per un pedon senza intervallo,
quel per un altro: ecco ogni Arcier concorre,
ogni destrier si move, ed ogni torre.

158.Sorge la pugna, e si condensa e mesce
alternando le veci e gli accidenti,
come quando l’Ionio ondeggia e cresce
agitato talor da vari venti.
Ma l’Amazone bianca arriva ed esce
per mezo l’ali de le negre genti,
e ne l’andar e nel tornar, mentr’erra,
un Sagittario, un Elefante atterra.