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Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/320

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223.E Lodovico con guerriera mano
ne scaccia fuor l’usurpator bastardo,
lo qual poi dal poter del gran Soldano,
quasi risorto Anteo, fatto gagliardo,
tornando al nido onde fuggi lontano,
fuga, rompe, sconfige il Savoiardo,
e ’l regno intero a racquistar ne viene,
ch’ai dominio Ligustico s’attiene.

224.Per confermarsi con piú stabil sorte
lo scettro in mano, e la corona in testa,
d’Adria prende costui nobil consorte,
ma non molto però gode di questa.
Ella, dal giogo suo sciolta per morte,
vedova insieme e gravida ne resta,
e partorisce intempestivo pegno,
ond’a Venezia poi ricade il regno.

225.Con strage alfin, cui non fia pari alcuna,
lo spietato Ottomano a forza il prende.
Vedi quanto alternar sotto la Luna,
cosí lo stato uman varia vicende.
Solo per te non girerá Fortuna,
Fortuna ch’altrui dona e toglie e rende,
ch’Amor con l’aureo strai, per farla immota,
inchioderá la sua volubil rota. —

226.Risponde Adone, e fise intanto tiene
in lei le luci affettuose e pie:
— O Dea, gloria immortai de le mie pene,
e pena eterna de le glorie mie,
orgoglio tal da tua beltá mi viene,
che non cerco regnar per altre vie.
Fortunato è pur troppo il mio pensiero,
che di tanta ricchezza è tesoriero.