Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/379

Da Wikisource.


203.Nutriva ei con lo stuol di molti Alani
un suo nero Molosso, il piú membruto,
il piú sconcio, il piú iter, che tra Spartani
o tra gli Arcadi mai fusse veduto.
Era terror de’ piú tremendi Cani,
ed avea, come Lupo, il cuoio irsuto.
Grugnon fu detto, in orride tenzoni
avezzo a strangolar Tigri e Leoni.

204.Or per disprezzo a tal consorte in moglie
sottoporre il crudel fe’ la meschina,
e comandò che de le proprie spoglie
ignuda tutta, incatenata, e china
preda restasse a le sfrenate voglie
de l’ingorda libidine canina,
e de le nozze patteggiate in vece,
da l’osceno Mastin coprir la fece.

205.Cosí poi che piú volte ella sostenne
l’indegna villania del sozzo Cane,
da l’iterata copula ne venne
ingravidata a concepir Tricane.
Trican dal dente è questi, il qual ritenne
forme parte canine, e parte umane.
Mezo dal cinto in su d’uomo ha sembianza,
tutto simile al padre è quel ch’avanza.

206.“ Dal dente ” ei detto fu, però ch’aguzza
in fuor del grugno ed arrotata zanna,
che di schiume sanguigne il mento spruzza,
a guisa di Cinghiai, gli esce una spanna.
Con quest’arme talora in Scaramuzza
piú che col ferro, altrui lacera e scanna.
Parla, ma voce forma orrida ed atra,
che con strepito rauco ulula e latra.