Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/596

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311.La turba de le vergini le voglie
volge de’ bassi oggetti a l’ésca vile
e qual cembalo o tirso, e qual si toglie
gemmato cinto, o lucido monile:
Pelide sol celato in altre spoglie
dissimular non può Tesser virile,
e disprezzando ciò ch’a donna aggrada,
tosto a Telmo s’aventa, ed a la spada.

312.L’astuto esplorator, che ’l ferro terso
avea tra gli altri arnesi a studio posto,
con un scaltro sorriso a lui converso,
del mentito vestir s’accorse tosto;
onde di quella larva il vel disperso,
l’abito feminile alfin deposto,
incitato ad armarsi, al campo Greco
con faconde ragioni il trasse seco.

313.L’alte prodezze sue, l’opre lodate,
di cui la fama in fin al Ciel rimbomba,
taccio, perché saranno in altra etate
nobil suggetto a la Meonia tromba;
onde de Tossa illustri ed onorate
solo il mirar la gloriosa tomba
invidi fará poi di tanti pregi
stupire i Duci, e sospirare i Regi.

314.Que’ valorosi e generosi gesti,
materia degna di si chiari carmi,
sí come a tutti voi giá manifesti,
d’ingrandir con encomii uopo non parmi.
Testimoni chiam’io, Numi celesti,
voi stessi sol di quant’ei fe’ ne Tarmi
poi ch’alcun, che presente or qui m’ascolta,
in quell’assedio ancor sudò talvolta.