Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/649

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79.La Dea traendo fuor nobil cicuta
fatta di sette canne in Siracusa,
donolla a Clizio, a la cui voce arguta
ben s’accordò la sua canora Musa.
Gaza loquace, ch’i Pastor saluta,
Filli ebbe in dono, in gabbia eburnea chiusa.
Umana lingua aver sembra e favella,
e chiunque conosce a nome appella.

80.Due coppie ancor la Dea vòlse ch’avesse
di Colombe vezzose a meraviglia,
e sí feconde che ciascuna d’esse
ben quattro volte il mese impregna e figlia.
L’una è sí bianca che le nevi istesse,
l’istesso latte nel candor somiglia.
L’altra d’un vago vezzo il collo ha cinto
di varie macchie a piú color dipinto.

81.Faunia di Citherea serva lasciva
vien dopo loro ad occupar la lizza,
e come baldanzosa ed attrattiva,
prende Ardelio per man, che ’n piè si drizza.
Incominciano in prima a suon di piva
secondo l’uso a carolar di Nizza,
Nizza, che di Provenza il bel paese
rende superbo del suo forte arnese.

82.Mossersi al paro, ed amboduo ballando
vedeansi a man a man, sola con solo
prima a passo veloce ir misurando
con giravolte e scorribande il suolo,
poscia l’un l’altra in su le braccia alzando
levarsi in aria e gir senz’ali a volo,
e ’n piú scambietti a l’ultima raccolta
serrar il giro e terminar la volta.