Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/654

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99.Fan bel concerto l’un e l’altro fianco
per le parti di mezo e per l’estrerae.
Moto il destro non fa, che súbit’anco
non l’accompagni il suo compagno insieme.
Concordi i piè, mentre si vibra il manco,
l’altro ancor con la punta il terren preme.
Tempo non batte mai scarso o soverchio,
né tira a caso mai linea, né cerchio.

100.Tien ne’ passaggi suoi modo diverso,
come diverso è de’ concenti il tuono.
Tanti ne fa per dritto e per traverso
quante le pause e le periodi sono.
E tutta pronta ad ubbidire al verso
che ’l cenno insegna del maestro suono,
or s’avanza, or s’arretra, or smonta, or balza,
e sempre con ragion s’abbassa ed alza.

101.Talor le fughe arresta, il corpo posa,
indi muta tenore in un instante,
e con geometria meravigliosa
apre il compasso de le vaghe piante,
onde viene a stampar sfera ingegnosa
e rota a quella del Pavon sembiante.
Tengono i piè la periferia e ’l centro,
quel volteggia di fuor, questo sta dentro.

102.Su ’l sinistro sostiensi, e ’n forme nove
l’agil corpo sí ratto aggira intorno
che con fretta minor si volge e move
il volubil paleo, l’agevol torno.
Con grazia poi non piú veduta altrove
fa gentilmente, onde partí, ritorno.
S’erge e sospende, e ribalzando in alto
rompe l’aria per mezo, e trincia il salto.