Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/776

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ziosa edizione minuscola, due tometti dai caratteri nitidi, del 1651, che la sua grazia e il non aver indicazione d’editore fecero credere uscita (ma di tal avviso non fu il Brunet) dai torchi degli Elzevier. Poi con una serie di ristampe distribuite fra il 1678 e il 1680, fra cui spicca quella illustrata dalle incisioni del Le Clerc; che vanno considerate, con la celebre lettera del Busenello [Marino, Epistolario, « Scrittori d’Italia », II, 100-104], forse il punto piú alto di una spregiudicata intelligenza secentesca del poema.

7. - Gli « Errori et correttioni » della stampa parigina

Una citazione quasi d’obbligo, per il giudizio del Marino sulle prime due stampe del poema, è che « l’Adone di Vinegia è scorretto, se bene l’impressione di Francia non monda nespole » [lett. n. 195]. Dobbiamo sapere che conto farne; era un mettere le mani avanti; che, comunque, non andava di lá dal vero (una volta che si sia ammesso che l’edizione parigina in ispecie, tenuto conto della mole dell’opera e delle intrinseche difficoltá di lezione, e del fatto ch’era pur sempre un lavoro italiano che si stampava in Parigi, non pare davvero, nemmeno sul piano della « correzione », un risultato da spregiare).

Errori erano sfuggiti, nella lunga esecuzione della princeps; che si chiudeva appunto con quattro e passa carte, fítte, di Errori et correttioni. Per i refusi, non ne sarebbero bastate altrettante. Ma non erano quelli a preoccupare piú di tanto il Marino, il limite di tolleranza medio del lettore barocco era per questa parte molto elevato (quando non si vagheggiassero addirittura, col Tesauro, le potenzialitá fantasticanti, mistificatorie e molteplici di un banale refuso). La tavola degli Errori è in realtá, al caso nostro, un altro segno della ripugnanza che l’Autore sentiva a staccarsi dalla sua opera, nell’affidarla all’atto irrevocabile della stampa.

L ’errata-corrige si svia dunque, spesso e volentieri, dal suo umile scopo, per consentire l’ingresso, in extremis e quasi di straforo, di un notevole numero di varianti testuali, non di rado instaurati ve. Apriamone, di séguito, il quaderno, avvertendo che anche dell’errata-corrige si dá qui un testo, necessariamente, purgato degli errori che erano riusciti ad insinuarsi perfino in esso. Facciamo precedere in corsivo la lezione corrigenda.