Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/782

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XVII 179, 2 di Peloro e di Zanche a la costiera

.e di Zancle .

XIX 98, 4 da l’Olimpico armento, e da l’Eleo da l’armento Pisano,.

Per l’incertezza delle motivazioni, si sono registrati di nuovo alcuni casi che comparivano nel primo elenco di varianti. Altri casi dei sopra elencati sarebbero forse piuttosto da considerare emendamenti di sviste tipografiche, in zone (come il XVII canto) particolarmente ispide di nomi desueti. A volte, poi, è trasparente un primitivo lapsus del Marino, proprio del tipo temuto: laddove, per esempio l’isola di Circe (Eea) s’era indebitamente sostituita alla Ciclade Cea, o quando Caterina de’ Medici veniva data in isposa a Enrico in, o il sole (XIV 407) fatto tramontare a settentrione. Di questo tipo è anche l’aver inizialmente confuse, alla stanza 97 del X canto, le due porte del Sonno, nell’imitazione di un noto passo virgiliano (Aen. VI 893-96):

Situi geminae Somni portae quartini altera fertur Cornea, qua veris facilis datur exitus utnbris,

Altera candenti per feda nitens elephanto,

Sed falsa ad caelum mittunt insomnia inanes:

che in prima istanza il Marino aveva parafrasato:

L’una è di corno, e si disserra allora ch’è nel suo centro la stagion piú tarda, l’altra d’avorio, e s’apre in su l’Aurora.

Per quella a schernir l’uom turba bugiarda d’ingannatrici imagini vien fòra, da questa soglion trar l’anime vaghe visioni del ver spesso presaghe.

Cosicché i falsa insomnia si sarebbero trovati ad uscire dalla « porta cornea ».

A un primo esame del materiale variantistico suesposto, è dato cogliere la compresenza di motivazioni diverse e talora contraddittorie degli interventi. Qua il Marino respinge un vocabolo raro o disusato (I 68, XX 18, 41), lá modifica la lezione per accogliere un neologismo (III 171) o per rifiutarlo (XX 45); ora cerca un bisticcio (I 124), ora lo fugge (VII 106, XIII 261, forse XVI 128), teme ombrosamente l’equi-