Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/145

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siamo tra l’armi. Piaccia a Dio per la publica quiete di rasserenare queste turbulenze, le quali minacciano una notabile afflizione alla povera Italia. E senza piú, all’illustrissimo signor conte San Secondo fo umilmente riverenza e a V. S. bacio caramente le mani.

Di Torino [1613 o 1614].

LXXXIX

Al medesimo

Attende ancora il disegno dello Schidoni.

11 signor Schidone fa come il sole di marzo, che commuove ma non risolve. Promise di farmi subito il disegno, e poi non se n’è mai piú ricordato. Il lamentarsi ch’io non gli risponda è scusa; ma ecco ch’io pur gli scrivo e fo V. S. mio procuratore. In caso che si possa ottenere, potrá involgere il suo e quello del signor Malosso, il quale ringrazio di vivo cuore, dentro un cannoncino di latta; e se non si confida che venga per via sicura, potrá indrizzarlo a Milano con due righe all’illustrissimo signor conte Luigi Marliani che averá cura d’ inviarmelo. Recuperai le scritture con buona somma di danari da S. A. E bacio le mani a V. S., al signor Cavalca ed al signor Stigliani.

Di Torino [1613 o 1614].

XC

Al medesimo

Ringrazia del disegno del Malosso e attende quello dello Schidoni.


Ho ricevuto il disegno del signor cavalier Malosso, il quale qui da tutti gl’intendenti della professione è stato giudicato bellissimo. Ne ho rendute le debite grazie con lettere particolari tanto a lui quanto all’ illustrissimo mio signor conte di San Secondo, dalla cui intercessione lo riconosco; e cosí parimente ne ringrazio V. S. che per sua gentilezza me l’ha procurato. Resta