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CLVIII

A Giovan Battista Ciotti

Ha ricevuto la seconda edizione della Sampogna, sollecita quadri del Palma e si lagna dell’Andreozzi.

Ho ricevuta ultimamente la Sampogna insieme col San Lorenzo e, se ben l’altra carta io l’aveva, con tutto ciò la ringrazio, e vada pur notando tutto ciò che spende per me, ch’io poi gliel farò rimborsare. Ma sopratutto io vorrei che sollecitasse coteste benedette pitture, poiché le sto aspettando con disiderio incredibile e mi doglio del signor Palma, il qual suol esser veloce nell ’opere sue ed ora in sei mesi non si vuole ancora spedire di due piccoli quadretti almeno per consolarmi.

Qui siamo tra l’armi, onde per molti rispetti mi bisogna soprasedere circa l’impressione dell ’Adone. Mi sforzerò di mandarle quanto prima le correzioni della Galeria , perché la possa ristampare a suo tempo. Ma la priego a non voler ristampare il Panegirico di papa Leone , ch’io non lo mandi ben purgato, perché quello che va in volta è pieno d’infiniti errori, de’ quali io le manderò l ’emende insieme con l’altro.

Mi maraviglio molto che l’Andreozzi mi faccia queste bagattelle di scrivere in nome mio e chiederle de’ libri senza farmene motto. Perciò le dico che non ne faccia nulla, perché quando io vorrò che dell’opere mie ne faccia parte a qualche persona mia cara lo scriverò io stesso; ed Ella starebbe ben fresca se volesse andar dispensando e donando le sue fatiche a tutti coloro che fanno professione d’essermi amici. Vagliale questo per aviso; ma, di grazia, dissimuli e faccia orecchie di mercante, senza però dichiarargli la mia volontá, ch’io per non perder l’amico mostrerò di non saperne nulla. E con tal fine mi raccomando in buona grazia di V. S. e de’ signori Paoluzzi, Martinelli e Petracci.

Di Parigi [1620].