Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/325

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Qui finisco, e la saluto con tutto il cuore, pregandola intanto a voler cercare qualche bel luogo per me, della maniera che Ella può giudicare dover piacermi, non lasciando di fare con ogni affetto le mie raccomandazioni al zio donno Cesare.

Di Parigi [ultimi del 1622 o principi del 1623].

CLXXXIX

A don Lorenzo Scoto

Manda il danaro pel Brandin e annunzia prossimo il suo ritorno in Italia.


Ecco ch’io vi mando una rimessa di ducatoni trentasei per via de’ signori Lumaghi, indrizzata costi a’ signori Baronis, li quali vi saranno subito pagati in contanti. Vi piacerá dargli a monsti Brandin per prezzo delli tre quadretti, i quali se saranno a mio gusto, non mancherò di sodisfare al debito come si conviene. Non crediate ch’io voglia in materie pecuniarie interessare mai gli amici di un soldo, massime adesso che ho tanti danari che non so che farne.

Sappiate che, se bene il contestabile è morto, io son privilegiato ed ultimamente, rivedendosi lo stato, dal quale sono stati sbalzati molti per le spese fatte in questa guerra, il re istesso disse di sua bocca a monsignor Schombert: — Il cavalier Marino non bisogna toccarlo, e fate che sia benissimo pagato sempre. — Di piú subito nel suo ritorno mi ha fatto pagare intieramente dell’anno 1621 ed avanzarmi la metá di questo presente 1623; voglio dire che non ho necessitá alcuna e posso scapricciarmi a spendere. Vi prego adunque che subito subito mi mandiate li doi quadri, indrizzandogli a Lione al signor Giovanni Guinigi ; e se sará arrivato quello del signor Scorza, potrá accompagnarlo con essi : ma che vengano ben coverti e che non si guastino.

Se il serenissimo signor prencipe cardinale viene in Francia e vorrá ordinare che mi si portino coteste poche bagaglie, mi fará una grazia singolare cifra preiudicium della borsa, poiché io ho bene il modo di pagare il porto. Se non vi sará commoditá di farle portare, mi avrò pazienza, poiché in ogni modo,