Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/89

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in mente umana, ch’io non pensi potere esser machinata da persona che commetta una volta tradimento tale, quale è quello che costui ha commesso. Potrebbe egli, covando nel cuore quella pessima volontá che contro di me aveva, avere operato che i sopracennati sonetti fossero impressi, per valersi poi di questo schermo e fare a credere altrui ch’egli da urgente cagione fu spinto ad assassinarmi. Né speri, quando ciò sia, di poter coprire il suo inganno per avergli forse fatti stampare furtivamente senza la licenza de’ superiori e senza il nome degl’impressori, percioché e dalla foggia del carattere e dalla qualitá della carta si potrá leggermente conoscere se la stampa in Vinegia o altrove sia tirata.

Altrettanto dico dell’essere, secondo che si ragiona, nella publica udienza venuto a dolersi con V. A. di tre cose di cui si teneva vituperato. La qual cosa ho per constante ch’egli facesse a bell’arte, perché, come colui che sapeva avere in breve da fare quel che poi fece, volse servirsi di questa cautela, precorrendo astutamente il successo con la scusa anticipata. E chi sa che quelle composizioni medesime, nelle quali egli dice essere stato tócco nel particolare delle sorelle, non abbia anche con industria fatte egli stesso per poterle poi nella occasione essi bi re? Se bene assai debole appoggio sarebbe questo da fondarvi le sue ragioni : poiché si come le dipinture, di qual mano si sieno, si conoscono, da coloro che hanno qualche prattica dell’arte, dalla maniera del colorire; cosí dalla forma dello stile, per contrafatto che sia, chi punto s’intenda del mestiere può con agevolezza comprendere gli auttori delle poesie.

Non mancano di coloro i quali a tutte queste cose aggiungono essersi notabilmente il rancore del Murtola accresciuto per alcune essagerazioni fatte dal signor conte di Rovigliasco nella dedicazione del mio Panegirico , particolarmente dove dice ch’ai grandi non si convengono scrittori dozzinali ma singolari ed eminenti, con certissima imaginazione che il detto, sotto intendendo di lui, il tutto a mia richiesta facesse. Troppo sarebbe se cavalliere di tanto senno quanto il signor conte è, esponendosi in luogo si riguardevole come sono i libri commessi alle publiche stampe,