Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/98

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ritratti, ciascheduno col suo elogio, intitolata La galeria, come mi pare averle scritto altre volte: talché vederá il mondo s’io, non ostanti li viaggi e le corti, ho perduto tempo o se mi sono affaticato.

Intanto riprego V. S. efficacemente ad amarmi al solito, a scrivermi ed a commandarmi, ch’iole prometto di risponderle, di corrisponderle e di servirla. Con che le bacio riverentemente le dotte mani.

Di Ravenna [1609].

LVII

Al signor conte Fortuniano San Vitali

Non ha ricevuta l’ Anversa. Ha qualche noia per poesie oscene diffuse in Parma sotto il suo nome.

Oggi appunto mi è giunta una lettera di Torino scrittami da V. S., dove dice di avermi inviata la sua Anversa giá stampata. Il libro si è perduto e me ne rincresce molto; ma ben mi dispiace piú assai ch’ella sia uscita alle stampe senza il mio sonetto. Ma le mie occupazioni, i viaggi e i travagli credo che appresso V. S. mi scuseranno a bastanza. Non lascerò però di servirla, ancorché non siamo a tempo; perché se non nelle sue, voglio almeno che si vegga nelle carte mie, le quali io penso di publicare prestissimo.

Sono stato avvisato da confidente amico che costi in Parma è stato in prigione alcuni mesi sono un certo giovane bresciano, perché andava recitando delle poesie oscene ed empie, e che costui (se bene io noi conosco) ha deposto nell’essamine che i componimenti son miei. Ho anche inteso che intorno a questo capo è stato essaminato il signor cavalier Zurlini, né so a che fine. Vorrei essere informato d’alcun particolare di questo negozio, del quale assai pienamente potrebbe V. S. essere informato dal sudetto signor Zurlini; ma in specie se ha data scrittura alcuna che sia di mia mano. Questa è facenda che mi preme. Perciò prego V. S. a cavarne qualche costrutto e darmene subito