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II

ALCUNE LETTERE AL MARINO


O INTORNO AL MARINO (0

I

Girolamo Preti al cavalier Marino Lodi.

Io vorrei che dal signor Parco o da questa carta fusse rappresentata a V. S. la devozion mia verso lei cosi vivamente come io la sento nel cuore. Ma l’affetto con cui riverisco la sua persona è giunto a tal segno di tenerezza e di sinceritá, ch’io diffido ch’egli possa mai bastevolmente esserle significato né dalla lettera mia né dalla voce altrui. Però vorrei che cotesto ingegno di V. S., il qual si è inalzato ormai sovra i confini umani, si sollevasse anche ad imaginarsi una straordinaria affezione quanto maggior può cadere in petto piú che umano; e quando Ella avesse figurato tra sé un amore eminente e ideale, allora credesse fermamente d’aver veduto per contemplazione quel cordialissimo sentimento che io ho di lei. Intanto ho voluto darne questo saggio a V. S. per supplicarla a credere ch’Ella non ha il piú sviscerato servidore di me; della qual veritá Ella resterebbe persuasa se sapesse la publica professione ch’io fo, dovunque mi sia, d’essere parziale del suo nome, adorator del suo ingegno, celebra tor della sua gloria e direi difensore de’ suoi scritti, se non ch’essi hanno ormai superata l’invidia e trionfato della malignitá.

Io, per aprire ingenuamente il mio senso, quanto piú son venuto avanzandomi nell’etá, tanto piú ho conosciuto che i componimenti di V. S. avanzano i segni ordinari degl’ingegni mortali e Ch’Ella ha posti gli ultimi confini alla lirica poesia. Dirò anche dell’eroica infallibilmente, quando Ella avrá sodisfatto alle

(i) Per le lettere dell’Achillini e dello Stigliarli al Marino si veda nella seconda e terza parte del presente volume [Ed.].