Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/14

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esso voi secondo le medesime circostanze di discortesia. Vi priego adunque, vi supplico e vi scongiuro quanto so e posso, che non vogliate piú tenermi impiccato per la gola in farmi tanto attendere cotesti benedetti quadri, poiché ho giá imbagagliato e resto impedito di mandar le mie robbe in Italia per aspettarne la risoluzione. Se sono perduti o guasti, o per altro accidente non si possono piú avere, parlate liberamente, ch’io me ne porrò l’animo in riposo. Vi scrissi e rescrissi che mi mandaste subito per via del signor Guinigi quelli che si trovano finiti, cioè i due del Brandino e quello del signor Scorza, i quali mi dite che son fatti, e insieme con essi i quattro ritratti e i dissegni grandi, poiché mi servono al presente per accommodargli dentro le casse. Ora torno ad essaggerarvi il medesimo, e sopra tutto a rispondermi per non rompere il nostro antico commercio, poiché non posso credere che le tante occupazioni della corte non vi concedano tanto di tempo che possiate tirar due righe per amor mio.

Caro Scoto, non mancate subito subito d’ inviargli, perché la state tuttavia passa e non potreste imaginarvi il disturbo che ne sento e la incommoditá che ne patisco. Gli aspetto senz’altro, e se l’ultimo non è cominciato, si fará appresso. Intanto vi raccomando le mie casse, pregandovi a conservarle bene e non lasciarle aprire a persona nata, perché son tutte piene di libri, la maggior parte italiani, e se se ne perdesse un pezzo solo, mi guasterebbe tutta la serie della mia libraria, né so quando mai potrei piú ritrovarlo di simile impressione, perché sono tutti di stampa scelta fra mille.

Nel far questa libraria io mi sono imbarcato talmente che giá ne ho speso infino a quest’ora cinquemila scudi, e credo che in Napoli non ne sará un’altra tale; onde quando vi verrete so che n’avrete gusto. Resta solo a finire il cumulo delle pitture, dove ho bisogno del vostro aiuto, ed altretanto dico de’ rilievi, dei quali penso di far in Roma buona raccolta, giaché di stampe d’intaglio dolce e all’acqua forte credo d’avere quanto si può trovare di bello al mondo. Orsú, scrivetemi in nomine Dei e vogliatemi bene, perché lo merito. A settembre senz’altro ci