Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/18

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Di grazia, informatevi chi sia cotesto Camprelli che ha scritto contro di me, e datemene minuto aviso. Io non l’ho udito mai nominare e vorrei sapere di che condizione e qualitá si sia, s’egli è gentiluomo o plebeo, prete o secolare, ricco o povero, e che professione fa. E vi bacio le mani.

Di Parigi [1623].

P. S. — Il Paccardo è morto e per questa cagione il libro non è finito affatto, ma si spedirá fra pochissimi giorni, perché sua moglie mi sollecita.

Questa lettera è scritta un pezzo fa e per una indisposizione sopragiuntami non ho potuto mandarla prima. Piaccia a Dio che il mio male non s’avanzi, si che impedisca la mia risoluzione di venire in Italia questo autunno e di dare una volta fine a questa benedetta stampa.

CXCVII

Al medesimo


Intorno allo stesso argomento.

L’Adone, come giá le scrissi, è finito di stampare, salvo alcuni ultimi fogli, i quali io tengo cosi sospesi, perché ho paura che se il libro si publica prima ch’io possa presentarlo di mia mano al re, non gli sia portato da altri. Sto adunque aspettando che S. M. sia in Lione, come si crede che debba essere presto; ed allora io farò spedire subito in un tratto quel poco che resta ed andrò io stesso a darlo di persona; e poi di lá tirerò, piacendo a Dio, alla volta d’Italia almeno per un anno. Questo s’intende in caso che il re vi sia per tutto il mese d’ottobre e ch’io mi porti bene, perché di mezo verno non voglio viaggiare, e se non mi ritrovo ben sano, attenderò a primavera.

Questi giorni sono stato tribulato da una delle mie solite indisposizioni, che mi ha tenuto piú di venti giorni in letto. Ora per grazia di Dio mi sento meglio e non lascio di continovare la stampa, ma lentamente per la cagione sopradetta. E se bene il