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J 82

CLAUDIO ACHILLINI

a quella di tant’altre gravi scienze, meglio d’ogni altro ne potete e giudicare e discorrere, ma eziandio perché, consapevole della tenuitá del mio ingegno, parevami che voi veniste ad attigner acqua ad un fonte mezzo secco. Penetrando poscia nel misterio della vostra richiesta, m’accorsi che, dimorando voi in cotesta cittá di Parma, col trattenimento ch’avete cosi nobile e fruttuoso nel publico Studio, vi sarete avveduto ch’essendovi stato qualche tempo lo Stigliani, v’abbia lasciato o amici o scolari, si come egli professa d’avere, i quali deono per avventura tener in maggiore stima il detto Occhiale di quello ch’egli si merita. Per lo che avete giudicato ispediente di levargli d’errore; non volendo però farlo con la vostra dottissima penna, accioché gloria non risulti allo Stigliani da si grande antagonista, né la fatica vostra attribuir si possa piú alla stretta amicizia che passava tra voi e ’l cavalier Marino, che alla cura di difender la veritá e di ributtare i sofismi dell’ Occhiale e la falsa dottrina nella poetica professione. Laonde v’è paruto, per l’autoritá che meco avete, d’addossar a me questo carico, come a quello che niuna amistá ebbi col Marino e che, di niun grado essendo, maggior colpo forse potrò fare; mentre si vedrá che a persona di nome finora non conosciuto sia stato cosi agevole il difender l’Adone da tante e si astute calunnie registrate, con la pompa che si vede, nell’ Occhiale.

Applicai però l’animo a servirvi: ma ebbi disavventura che, per gran diligenza ch’usassi, non potei trovar in Roma il detto Occhiale , non ancora da me veduto, essendocene capitati, come intesi, duo soli esemplari. Si che procurarlo da Venezia mi convenne, donde stette molti giorni a capitarmi, parendo che quivi lo Stigliani il tenesse, non so per qual ragione, come soppresso. Venuto finalmente e da me letto, conobbi esser di mestieri servirmi del favor d’alcuni amici per aver chiarezza d’alcuni particolari alla risposta necessari. Indi mi ritirai nella mia villa, dove tengo qualche libruccio, e in non molti giorni scrissi i fogli ch’ora vi mando. Fu bene mia intenzione che per le proprie mie mani v’avessero a capitare, quando intesi che in que’ giorni delle vacanze dallo Studio v ’eravate ritirato qua; per