Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/209

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sará nell’avvenire la compagnia delle fiere che il commercio degli uomini !

Ma non voglio piú lungamente contaminarvi con le doglianze, signor Claudio. Attendete voi a conservare nella vostra buona salute l’allegrezza de’ vostri amici e l’onor de’ letterati de’ nostri tempi; e sappiate che io v’ ho sempre ammirato come soggetto di singoiar valore, in cui l’eccellenze di molti uomini grandi si ristringono. Cosi l’amore e l’osservanza mia, per lo passato diffusa in tanti cari amici che mi son morti, si unisce ormai tutta in voi solo ed in altri pochissimi, da me stimati meritevoli dell’onorato nome dell ’amicizia.

Vi salutano gli amici antichi, il signor Bruni, il signor Bignami, il signor Brunoro Taverna, che di presenza vi conobbe in Milano quando eravate col signor Cardinal Alessandro Ludovisio. Ed io piú caramente di tutti vi bacio la mano.

Di Roma, 1630.

CXXIX

Ad Agostino Mascardi


Risposta alla lettera precedente.

È toccato alla peste lo svegliare il mio nome, che dormiva sotto i ricchi padiglioni della vostra memoria. Né voglio giá ringraziamela, perché non merita grazie una si fatta disgrazia: ben rendo grazie a voi, che cotanto m’avete onorato con la vostra eloquentissima ed eruditissima lettera. Alla quale come potrò mai rispondere a parte a parte, se, subito ch’io l’ebbi ricevuta, vennero a me alcuni gentiluomini bolognesi, fra’ quali un Paride letterato la riconobbe per un’ Elena, bellissima figliuola del vostro ingegno, e me la rubò? Ma perché le sue bellezze avevano fatta nella mia mente una profondissima impressione, io m’ingegnerò d’andarle rispondendo conforme a quanto me n’anderá suggerendo la memoria.

E per cominciare di qui, io mi ricordo che tutta la lettera è sparsa delle mie lodi. Intorno a che debbo dirvi che, se io