Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/375

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leggieri, ancorché da’ medici vi sia sempre stato esortato e stimolato. I quali, perché so che neanco essi ne sogliono pigliare, mi pare ch’in ciò s’assomiglino ai confortatori de’ condannati, che confortano altrui ad impiccarsi, ed essi (con riverenza di V. S. e di loro) non s’impiccano mai. Ho sempre conservato e tuttavia conservo vergine la mia bocca da tali bevande e bocconi, opponendomi all’indisposizione col solo buon reggimento del vivere e talora con qualche medicamentuccio esteriore o debole, quali sono ventose, unzioni, cerotti, sudatorii, fomenti, frizzioni, impiastri e simili.

Violento a mio giudicio è in questo proposito tutto quello ch’un altro chiamerebbe «potente» o «robusto»; dico quello ch’aggrava e molesta la soavitá dell’operazion naturale: ma ogni mescuglia di medicamenti l’aggrava; adunque è violenta.

Che l’aggravi lo provo. Tutti i semplici componenti, o sian piante o sian liquori o sian minerali o siano altre sostanze, hanno in sé la combinazion delle quattro qualitá: caldo, freddo, secco ed umido, ed hanno anco (a compararli un coll’altro) varietá di sapori, varietá di colori, varietá d’odori e varietá d’altri accidenti. Le quali contrarietá e diversitá, quando i semplici si riducono in un composto medicinale, sono necessitate a contrastarsi a vicenda; mentre naturai cosa è che l’un contrario cerchi di distruggere l’altro contrario per conservare il proprio essere, e che l’un diverso rintuzzi il vigor dell’altro diverso per non divenire il medesimo. Il qual combattimento non è si fiero fuor del corpo del malato quanto l’è poi dentro a quello, dove il calor dello stomaco e della febbre, attuando tutte le dette potenze, genera una grandissima commozione, la quale altro non è che danno e ruina della virtú dell’infermo, che, giá allentita per lo morbo, non può star salda a tanta forza. E chi volesse con una minuta tariffa aritmetica supputare il conto de’ gradi delle qualitá e de’ gradi de’ sapori e de’ gradi degli odori e de’ gradi degli altri accidenti, che si trovano essere in quegli individui i quali formano essa massa medicinale, s’accorgerebbe chiaramente che altro non può da si fatta meschianza risultare che un confuso disordinamento di cose contrarie e diverse ed un manifesto