Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/419

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data assegnata dal medesimo S. alle tre lettere sia errata. Il M. non parti per Parigi se non nel 1615: dunque, al piú presto, le prime due sono del 1615, e l’altra, scritta evidentemente un anno dopo, del 1616.

Senonché ci sopraggiunge ora un altro dubbio. Queste tre lettere furono inviate effettivamente al M. nel tempo da noi congetturato; o lo S. le foggiò per semplice esercitazione letteraria e a sfogo del suo livore, p. e., quando, morto giá da venticinque anni il suo avversario, ma non per questo cessata la guerra atroce fatta dai marinisti al campione dell’antimarinismo, quest’ultimo preparava per la stampa le sue lettere? L’ipotesi, la quale verrebbe a spiegare in modo abbastanza verisimile l’errore di data giá rilevato, sarebbe confortata da due circostanze: a ) che nell’epistolario del Marino si trova, si, come abbiamo detto, una lettera, che lo S. quasi certamente dovette aver presente nello scrivere la xxxn; ma nessuna che accenni a ricezione di una qualsiasi delle tre lettere in questione; b ) che sembra un po’ forte che lo S., prima ancora della pubblicazione del biondo nuovo e della conseguente rottura col Marino, egli che poi cercò in tutti i modi di rappattumarsi con lui, gli scrivesse e inviasse effettivamente si fatte lettere, la cui insolente provocazione è assai mal dissimulata sotto lo scherzo; e che il Marino, cosi accanito difensore della propria fama letteraria, se le ricevesse con cristiana rassegnazione, senza nemmeno dolersene col Sanvitali, col Benamati, col Ciotti o qualche altro dei suoi corrispondenti. Comunque, certa cosa è che, se tali lettere furono inviate, la loro data non può essere se non quella da noi precedentemente stabilita.

Prima di discorrere delle lettere xlvii, lvi e lvii, è opportuno premettere che abbiamo ritenute la xli, la xlii e la xun anteriori al 1620, perché datate tutte da Parma, cittá che lo S. abbandonò definitivamente verso quel tempo, per stabilirsi a Roma; — e che, al contrario, dei primi tempi della sua dimora nell’ Urbe debbono essere la xlv (nella quale alle parole «io non manco col mio N.» abbiamo sostituito «io non manco col mio Carlo», nome per l’appunto del figliuolo dello S.) e la xlvi.

Per la datazione delle altre tre lettele avanti accennate noi avevamo ragionato cosi: — In tutte tre le lettere si tratta d’una pensione in Ispagna di 40 ducati, concessa allo S. da un papa di cui non si fa il nome. La prima si dice scritta due anni dopo la concessione della pensione; la seconda, otto; nella terza lo S. si