Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/96

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femine, trovandolo poi nel tasteggiarlo minor della fama, sfogarono la rabbia con le bastonate. E questo secreto non volse Ovidio che si sapesse, quando scrisse quella cronica, accioché, affibbiandosi anch’egli la giornea d’un bel Nasone e tale che faceva smiagolare quella poveretta di Livia, non venisse a pregiudicarsi. Voglio inferire ch’in effetto chi ha piú naso meglio canta, e chi è snasato fa la voce rauca come una rana accatarrita.

Questi mesi passati fu cacciato via un musico dal concerto di palazzo, perché diceva quel babuasso del mastro di cappella ch’egli cantava col naso. Quando ciò seppe una principessa principale, lo fece cercare con diligenza per chiarirsene; e avutolo in casa, adocchiata la chiaramella di quel nasaccio cappelluto, li pose nome Zuccherino e scherzava con esso, accarezzandolo come se fusse un perrico da falda o simil bestiuola domestica. Poi cosi da solo a solo l’una e l’altro presero a cantare certi madriali a due, contraponteggiando con certi falsi bordoni che la facevano andare in cimbalis\ e forse infine al giorno d’oggi durerebbono le ricercate, se il povero musico, stracco del tanto smusicare, non avesse calata la voce due tuoni.

Pavoneggiatevi adunque, o gran terque quaterque de’ nasi. Andatene pur borioso e gonfio di vanagloria, o gran tarantara de’ nasi, poiché il vostro naso è buono a tutto. La natura è segno che vi vuol bene, avendovi privilegiato d’una grazia cosi speciale; ma vi ha fatto torto a collocarvelo in un sito che non vel potete godere con la vista se non dalla punta alla metá, e nondimeno il gusto delle cose grosse (come scrive il Materiale nel libro delle Dimensioni) consiste dal mezo in dietro. Se vi fusse possibile vederlo e vagheggiarlo intiero intiero, come facciam noi altri, correreste rischio di diventare un Narciso del vostro naso. Voglio farvene una abbozza e rappresentarvi innanzi le sue fattezze come in uno specchio, per farvene innamorare a vostro marcio dispetto.

Il vostro naso non è mica nella ginetta accorciato e rivolto allo ’nsú, come l’usano gli etiopi. Non è del tutto aguzzo e profilato col pizzo appuntuto, come i becchi delle cicogne. Non è lungo, sottile e liscio, come i gusci de’ baccelli. Non è massiccio, polputo e sgrossato senza garbo, come la carnaccia de’ polmoni. Non è smunto, moscio e pendente, come le barbiglie e le creste de’ gallinazzi. Non è fatto ad ancudini, a tromba, a trocciola, a saglioccola, a carcioffolo, come molti altri nasi. Ma si