Vai al contenuto

Pagina:Marino Poesie varie (1913).djvu/159

Da Wikisource.

idilli pastorali 147


fileno


Oh scelerato abuso
de l’umana ingordigia!
Giá del piacer commune
la vitella dal toro
pagamento non chiede,
né da l’agna il montone
comprar mai suole il natural diletto.
Perché denno de l’uom gli altri animali
esser piú liberali?

filaura


Di quanta stima sia
bellezza ed onestate
non conoscon le bestie; e quinci aviene
che le lor ricche doti
lascian senza alcun premio altrui rapire.
Ma tra color, che di ragione han lume,
si serba altro costume;
onde saggio dee dirsi e non avaro
chi non dona, ma vende il bello e ’l caro.

fileno


Il foco affina l’oro,
l’oro prova la donna,
la donna alfine è il paragon de l’uomo.
Uom che, d’alto consiglio armato e forte,
francamente resiste
a forza di bellezza,
quei di pregio, di loda,
piú ch’altri assai, veracemente è degno.
Ma donna, che da l’òr vincer si lascia,
anzi il procura ingordamente e ’l chiede,
non ha tanta, ch’agguagli
la sceleragin sua, vergogna e biasmo.