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334 parte settima

Lieto presagio è il riso
di prospero successo.
Ridi: alcun sará forse
questa notte, che pianga.
Vienne pur oltre audace,
fortunato consorte.
E tu concedi, o bella,
al bel degno marito
ciò che negar non lice.
Non voler degli sciti
essercitar qui l’ire,
lacerando con l’unghie
la tua guancia innocente.
Fuggite dal bel volto,
semplicetti rossori,
timidetti pallori!
Deh! che temi? o che piagni?
Sostien’ pur d’esser vinta,
vergine, ed a me credi:
costui, se tu nol sai,
ch’or paventi, amerai. —
     Cosí diss’ella, e de la plebe arciera
a sé chiamò duo pargoletti alati,
d’etá gemelli e di sembianti eguali;
l’uno Incendio s’appella e l’altro Ardore,
ambo d’arco e di man spediti e pronti,
ambo pregiati e sparsi
di porpora le piume.
Poscia ch’ebber costoro
le dorate quadrella
di purissimo mèl bagnate e tinte,
questi il garzone e quei la giovinetta
fece de’ colpi suoi bersaglio e segno.
Degli archi flessuosi
si curvâro le corna,
si votâro le cocche,