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336 | parte settima |
ii
il letto
Per le nozze di Francesco Gonzaga, principe di Mantova,
e di Margherita infanta di Savoia.
(1608)
Varcata il mezzo avea
del suo negro sentiero,
e del nostro emispero
la Notte il sommo a posseder sorgea.
La faretrata dea
da la cima del cielo
con saette argentate il denso velo
fería de l’aria bruna,
sí che dubbio facea s’er’alba o luna.
Quanti lumi cortesi,
signorili e ridenti,
ha nel suo tetto ardenti,
tanti n’avea l’eterno tempio accesi;
né d’alcun’ombra offesi
eran lor chiari rai;
né de l’ottavo giro aperse mai
piú sereni splendori
piú bella notte a piú felici amori.
Taceano d’ogn’intorno
ne le festive scene
e le danze e le cene,
onde il Mincio e la Dora alzano il corno;
e nel real soggiorno
de’ ricchi alberghi altèri
giá sonnacchiosi avean paggi e scudieri
a ciascun lume spento
dato sepolcro in forbice d’argento.