Pagina:Martinetti - Saggi e discorsi, 1926.djvu/117

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confondersi con questo» (pr. V. 70). In questo senso deve intendersi il quarto esempio della Fondazione (Grundl. 423), nel quale Kant sembra fondare il dovere del soccorso vicendevole sulla considerazione che l’egoista indifferente non potrebbe contare sull’aiuto degli altri1. La massima dell’amor di sè non è condannata in principio dalla legge morale, ma deve essere universalizzata in modo da comprendervi la felicità degli altri (pr. V. 34): allora esso ha un oggetto unico ed universale, e può costituire un tutto armonico, mentre, limitato al proprio io, ha un oggetto suo esclusivo, opposto alle analoghe volontà degli altri e non può costituire un ordine universale; ciò che già si rivela nel fatto che esso cade subito (e questo dice Kant nell’esempio) in una pratica contraddizione anche con se stesso.

16. Quando il criterio dell’universalità non è più dato da una grossolana universalizzazione della massima, ma dalla armonizzazione di questa in una volontà di valore universale, si dissipano anche le difficoltà opposte in riguardo al carattere eminentemente individuale di ogni fatto morale2. Ogni azione è sempre condizionata da un complesso di circostanze di fatto, nessuna delle quali può dirsi assolutamente indifferente: ogni situazione morale è sempre un caso unico e può essere apprezzata pienamente solo se considerata nella sua concreta individualità. Ora come si può generalizzare un fatto simile? Questa impossibilità era prevedibile del resto a priori, perchè in ogni precetto morale ciò che ha veramente valore assoluto è l’elemento formale puro: le particolarità che individuano la legge sono circostanze empiriche costituenti la materia sensibile dell’ordine morale: le quali non possono quindi venir erette, nella legge, in condizioni assolute. Per questo nessun precetto è così assoluto che non possa entrare in collisione con altri precetti e subire delle eccezioni. Le massime generali «non rubare», «non uccidere», ecc. sono generalizzazioni approssimative che valgono per il maggior numero dei casi concreti, ma possono soffrire



  1. Che ogni considerazione egoistica debba esser tenuta lontana è detto esplicitamente in Grundl. 403, 419, 434, 441; pr. V. 27-28.
  2. Simmel, Einl. in die Moralwiss. II, 32 ss., Kant 104 ss.