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Pagina:Martinetti - Saggi e discorsi, 1926.djvu/145

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superstizione e il dispotismo dall’altra. La ragione profonda di questo dissidio è la lenta, ma continua decadenza della coscienza religiosa nel nostro pensiero occidentale. Le chiese si sono irrigidite nei loro dogmi, la religiosità si è meccanizzata in una deviozione da calendario: lo spirito le abbandona. Quindi non meraviglia che l’influenza loro sia andata irreparabilmente scemando in tutte le classi sociali; l’intelligenza soffocata e bandita si è ribellata con le armi della scienza e della critica: e questo senso di rivolta si è diffuso, armato di odio e di scherno, anche nelle più umili classi sociali. Questo è un processo che dura da secoli: noi portiamo oggi le conseguenze delle colpe dei nostri padri. La vita si è materializzata in tutte le sue sfere; gli interessi economici — ecco la sacra parola che tutto spiega e tutto giustifica; la parola che ispira le agitazioni febbrili degli uomini e la politica degli Stati, come le lotte fra le classi sociali. Quando mai si è sentito in questo tumulto bestiale una coscienza umana fare appello ad una legge morale o religiosa? Ma dall’altra parte che cosa ci offrono le chiese? Esse possono ancora esercitare un’azione salutare nelle sfere più umili, dove manca ogni esigenza intellettiva e scarso è il senso dell’indipendenza morale. Ma può ancora oggi un uomo intelligente, colto e sinceramente religioso, accogliere con chiara e sincera coscienza gli insegnamenti d’una chiesa qualunque? Io non lo credo. Le chiese sono in gran parte anch’esse sistemi di interessi pratici ed economici, istituti mondani che si reggono per la pazienza di Dio e la stoltezza degli uomini. Quale è la via d’uscita da questo pauroso stato di cose?

Nessuno creda che io voglia trarre occasione da queste amare riflessioni per proclamare come unico, infallibile rimedio i dogmi kantiani: io non conosco il rimedio: e guardo anch’io con curiosità e tristezza questa civiltà nostra che oscilla da destra a sinistra e da sinistra a destra senza mai trovare un punto sicuro e intanto discende lentamente la china della dissoluzione. Ma certamente, se da qualche parte potrà venire la salute, essa potrà veniva soltanto da un rinnovamento spirituale, da una restaurazione religiosa. Perchè l’anima delle civiltà è la vita religiosa: e quando questa declina, anche la civiltà declina. Tutto il resto è esteriorità ed apparenza. E se un rinnovamento della nostra coscienza religiosa è