Pagina:Martinetti - Saggi e discorsi, 1926.djvu/231

Da Wikisource.

— 231 —

un istinto, che sembra miracoloso, si trova presso gli animali del medesimo gruppo una serie graduata d’istinti, prima molto semplici, da cui si può salire, per una serie di modificazioni continue e perfettamente spiegabili, fino all’istinto che sembrava meraviglioso quando era isolato». Citerò un esempio solo. Tutti conoscono il paguro bernardo, un granchio marino che, per difendere il molle addome, si serve d’una conchiglia vuota che cambia quando cresce. Ora vi sono altre specie affini, che si nascondono allo stesso scopo in buchi od in spugne vuote; altri che si scavano essi stessi questi buchi nella sabbia; altri si fanno un riparo con della sabbia agglutinata. Vi è infine una specie che vive nelle profondità marine (il catopagurus), dove ha pochi nemici e che alla punta della coda molle e carnosa porta una piccola conchiglia. Queste diverse specie ci offrono come la storia dell’istinto. I paguri, esposti a molti nemici e paurosi, hanno cominciato a nascondersi nei buchi, poi a scavarseli essi stessi; poi hanno trovato che era più comodo servirsi di ripari portatili e di saggio in saggio hanno imparato a servirsi delle conchiglie vuote; finchè, discesi negli abissi del mare, abbandonarono questi ripari, conservandone solo più la traccia col serbare per tutta la vita le piccole conchiglie in cui si nascondono da piccoli. Se i diversi gradi ci sono presentati da diverse specie, ciò vuol dire che gli istinti si sono modificati con estrema lentezza, nel contempo stesso che si andava successivamente modificando la specie.

Quindi è una favola la perfezione dell’istinto: l’istinto si forma e si trasforma e noi lo troviamo in tutti i gradi della sua perfezione successiva. Non è esatto, p. es., che il rinchite della betulla tagli sempre la foglia, per arrotondarla, secondo un difficile e preciso rapporto matematico; le vespe, che paralizzano la preda, spesso la pungono a caso senza alcuna precisione1. E così è una favola l’immutabilità dell’istinto. Vi sono istinti che sono rimasti immutati e ve ne sono di quelli che mutano. Certo l’istinto, come l’abitudine, è qualche cosa di fissato nell’organismo, che persiste con tenacia ed anzi continua spesso

  1. H. Pieron, L’istinct, nel Bulletin de la Soc. fr. de philosophie, 1914, p. 309.