seguire fino ai suoi ultimi elementi sostanziali quello che ci sembra essere il fondamento ultimo della sua esistenza, la materia, questa si dissolve dinanzi a noi in uno intreccio meraviglioso ed imperscrutabile di energie che non sembrano più aver nulla di materiale; e dal complesso delle sue trasformazioni, soggette in ogni parte alla necessità, si sprigiona una finalità arcana in cui sembra rivelarsi la volontà d’uno spirito. E così nel mondo dello spirito noi vediamo le sue attività inferiori opporre alle superiori una resistenza analoga a quella che la natura oppone allo spirito: l’intimo nostro contiene inclinazioni, sentimenti, affetti che sono veramente in noi natura e che la nostra volontà migliore ostinatamente si sforza di ridurre sotto l’imperio dello spirito; e di fronte alla realizzazione dei fini altissimi della vita spirituale collettiva la intiera vita cosciente dei singoli non è per lo più che materia rude e ribelle obbediente a necessità oscure che hanno la violenza delle forze di natura.
Onde non è meraviglia che questa dualità, la quale in ogni punto della realtà fa dell’esistenza un travaglio ed una lotta, si rifletta anche nelle forme più alte della vita dello spirito conoscente e trovi la sua espressione nella dualità delle concezioni che lo spirito ha creato a sè stesso per comprendere la realtà. Da un lato noi vediamo la natura affermarsi per la virtù stessa dello spirito come il principio fondamentale ed esclusivo dell’esistenza: in tutta la storia del pensiero filosofico noi vediamo erompere or con maggiore, or con minore violenza una corrente rivoltatila negazione più o meno esplicita dello spirito. Per essa lo spirito non esiste che come forza o manifestazione della natura od al più come una fosforescenza che passivamente accompagna certe modificazioni dei composti naturali: le sue attività vengono assoggettate alla stessa necessità indeclinabile dei processi naturali e quelle attività che non è possibile tradurre in termini meccanici, vengono esplicate come trasformazioni di attività inferiori che è o sembra più facile ridurre alle attività meccaniche della natura. E quando più tardi vengono alla luce le gravi difficoltà inerenti ai presupposti del naturalismo meccanico, allora la stessa tendenza si esplica in altre forme più profondamente elaborate; il cui risultato si riassume però sempre nella posizione dell’attività diretta all’affermazione del nostro essere naturale come attività fondamentale della vita e nella ri-
P. MARTINETTI, Saggi e Discorsi. |
|
3 |