Pagina:Martinetti - Saggi e discorsi, 1926.djvu/6

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determinazione della sua natura e del suo fine: dal momento che il concetto della filosofia dipende strettamente dalla soluzione che ogni concezione filosofica dà al problema metafisico fondamentale, è naturale che anche questo concetto muti con l’avvicendarsi dei sistemi filosofici e che ogni nuova filosofia, per il fatto stesso che ci presenta una nuova concezione delle cose, ci dia nel tempo stesso una nuova giustificazione del diritto all’esistenza della filosofia medesima. Nè in questa variabilità della filosofia, rispetto alla determinazione della sua natura e del suo fine, alcuno vorrà vedere, come superficialmente parrebbe, un segno d’inferiorità della filosofia rispetto alle altre scienze, le quali non sentono quest’esigenza e si presentano perciò orgogliosamente sicure di sè stesse: l’incertezza e la riserva della filosofia non sono che l’espressione di quello spirito eminentemente critico che costituisce il vero spirito filosofico; per la filosofia non è un problema questo o quel punto dell’esistenza, ma l’esistenza stessa e perciò anche la filosofia che ne fa parte. E se ciascuna delle altre discipline dovesse al suo inizio giustificare sè medesima e porre in luce il suo valore ed il suo vero ed ultimo significato, non per la coltura, ma per la vita umana e per i fini supremi dell’uomo in generale, noi assisteremmo ad incertezze ed a discrepanze non meno rilevanti: vero è che esse farebbero allora opera propria non delle scienze, ma della filosofia.

Poco filosofico sarebbe quindi il prendere senz’altro come punto di partenza la filosofia stessa assunta come semplice dato di fatto, affermando che l’uomo desidera naturalmente di conoscere; ciò equivarrebbe ad introdurre fin da principio come un dato di fatto isolato una tendenza inesplicata, di cui rimarrebbero ugualmente misteriosi la natura come il fine, nè sarebbe allora possibile reprimere la domanda: ma perchè l’uomo desidera conoscere? La natura medesima dell’esposizione filosofica esige così che non si imprenda a determinare l’oggetto ed il fine immediato della filosofia senza determinarne anche, almeno rapidamente, il compito ultimo e definitivo; determinazione che naturalmente non può sin da principio avvenire con quell’ampiezza e con quella precisione che essa potrebbe avere in un sistema di filosofia dello spirito, ma che tuttavia serve come di orientamento iniziale e di preparazione all’intelligenza dei par-