Pagina:Martinetti - Saggi e discorsi, 1926.djvu/68

Da Wikisource.

— 68 —

un determinato indirizzo per la loro unificazione: e solo in ultimo i dati della scienza. Questo ci spiega perchè, per esempio, più di un filosofo separato da noi da millenni, Budda, per esempio, o Platone, penetri ancora oggi per noi più profondamente nel cuore della realtà che tanti volumi recenti di «filosofia scientifica».

Una seconda considerazione da aggiungere è questa: che anche negli scienziati questa parte, sia pure istintiva, della loro concezione delle cose confluisce in tutta l’opera loro di uomini e di scienziati e ne colora tutte le manifestazioni teoriche e pratiche. Sotto l’aspetto pratico essa è ciò che costituisce in ogni uomo la vera personalità umana e dà a tutta la vita il suo carattere e il suo valore. La vita pratica dell’uomo è infatti solo la traduzione attiva della sua visione generale delle cose: anzi l’una e l’altra non sono che la stessa cosa sotto due aspetti, come dice giustamente Spinoza dell’intelligenza e della volontà nell’uomo. Questo crea una differenza sostanziale tra la visione filosofica complessiva e qualunque teoria scientifica, che è sempre solo una considerazione parziale delle cose. Dalla visione filosofica discendono per l’uomo gli apprezzamenti assoluti, gli imperativi categorici: mentre la scienza può dare origine solo a consigli tecnici, ad imperativi ipotetici: essa può accrescere la nostra potenza, estendere il nostro dominio, ma tutta questa azione ha sempre solo un valore secondario ed è sempre subordinata a quelle volontà assolute che hanno la loro origine nella personalità profonda dell’uomo, nel suo modo personale di vedere ed apprezzare le cose. Questo ci spiega perchè personalità scientifiche insigni possono avere, sotto altro rispetto, scarso valore: la specializzazione scientifica, per quanto grande sia la sua importanza sociale, è dal punto di vista personale una specie di deformazione, di sviluppo unilaterale della mentalità che, quando non sia equilibrata da una coltura armonica totale, cioè filosofica, costituisce più un pericolo che un pregio.

Ma l’indirizzo complessivo della mentalità, anche se non è stato filosoficamente elaborato in modo consapevole, estende la sua azione anche sul modo di apprendere i fatti, di accogliere le esperienze: il complesso delle regole metodologiche e quello che si chiama la mentalità scientifica non sono altro appunto che l’indirizzo mentale generico proprio di una età o di una cul-