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Pagina:Martini - Trattato di architettura civile e militare, 1841, I.djvu/136

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116 catalogo de’ codici


Dell’autografo stesso nella vecchia sua ortografia si hanno lunghi estratti nelle lettere sanesi del Della Valle. Aggiungo, che appena il codice ritornò, a così dire, da mani straniere in patria, e ne fu certo l’autore, venne visitato da parecchi dotti uomini, fra i quali piacemi citare Ennio Quirino Visconti che ne trasse alcune note1, l’abate Giovanni Andres2 ed il colonnello Omodei3, al quale molto avrebbe giovato per la storia che proponevasi di scrivere dell’artiglieria italiana, se il suo nobilissimo pensiero non fosse stato tronco da immatura morte.

VII. (A) Trattato di architettura civile e militare, codice cartaceo anepigrafo, esistente in Firenze nella Magliabechiana, classe XVII. 31, tra gli Strozziani n.° 1367. Fu rinvenuto dal bibliotecario abate Vincenzo Follini ripassando, or sono vent’anni, e classificando quella ricchissima raccolta. Il manoscritto essendo anepigrafo, poteva nascere esitazione circa l’autor suo; però il Del Rosso che già ben conosceva il codice di Siena4, tosto lo ravvisò per l’ultimo e più compiuto trattato del nostro Francesco: e questo chiameremo trattato III.

Io non mi attento a decidere se codesto codice sia scritto di mano dell’autore: la rassomiglianza che corre tra i caratteri di questo e del codice sanese è grandissima per certo, ma non tale da darne certezza assoluta: correzioni non vi s’incontrano, non di rado però vi sono cassate parole ripetute: vi si vedono lasciate, in principio d’ogni capo e libro, quattro o cinque righe in ritirata per far luogo ad una iniziale grande ed ornata, indizio di copia pulita e per essere presentata; vero è però che se v’è lo spazio, l’iniziale non fu fatta mai. Il copista (e ciò dico, per chi lo tenesse copia) era certamente sanese5. Sono inserite lungo il testo le opportune figure, e tutte senza alcun dubbio di mano dell’autore, troppo facile essendo il conoscere in tali cose la mano dell’inventore da quella del copista: i disegni sono tracciati dapprima

  1. Presso Fea. Note alle lettere di Winckelmann (Opere. Roma, vol. III).
  2. Cartas familiares del viage que hizo a varias ciudades de Italia. Madrid 1791, vol. I.
  3. Dell’origine della polvere da guerra (Atti dell’accademia di Torino, vol. XXXIX).
  4. Lettera Antellana I. Il codice ha infatti scritto d’antica mano sul primo foglio Libro d’architettura con figure d’incerto autore.
  5. Lo dimostrano i soliti idiotismi di quel dialetto e della sua pronuncia, come Essare, Quociare, Vollare (Volgere), qale, qui (quale, cui), possere, posseva, ed altri molti.